Evoluzione costituzionale e transizioni politiche

A voluntary union? The aftermath of the 2014 vote and the establishement of a clear pathway for second Scottish Indipendence Referendum

 

Elisenda Casanas Adam

 

DOI: 10.69099/RCBI-2025-1-03-DD7

 

 

ABSTRACT

 

Il referendum indipendentista celebrato in Scozia nel 2014, se considerato nella sua qualità di modello negoziale, deliberativo e attuativo inerente a una questione di pregnante connotazione costituzionale, è stato salutato come un’espressione di democrazia che ha consegnato una risposta paradigmatica, prodotta da una democrazia liberale, nei confronti di un’impegnativa richiesta di autogoverno proveniente da una singola area substatale. Se considerato sotto diversi profili, questo modo di procedere è stato il riflesso del peculiare assetto costituzionale del Regno Unito e del suo stesso sistema politico dove storicamente la configurazione unitaria della statualità e il pluralismo delle nazionalità sono generalmente riconosciuti e accettati. Comunque, principale conseguenza del referendum del 2014 è avere radicalmente trasformato l’approccio del Governo britannico alla tematica emersa dal voto scozzese, giungendo fino al punto di rifiutare, nonostante l’emersione di una forte maggioranza indipendentista nel Parlamento di Holyrood, qualunque concessione all’eventualità di un secondo referendum.

In tale nuovo contesto, al Governo scozzese è stata sottratta la capacità di cogliere qualsiasi opportunità che, nella mancanza di ogni orientamento concreto, possa aprire il passaggio verso una soluzione indipendentista favorita dal verificarsi di nuove circostanze politiche o agevolata dall’aprirsi di un diverso percorso costituzionale. Con queste riflessioni sul tema “The Independence Referendum: A missed opportunity for Scottish Separatism?”, l’articolo pone in rilievo l’unicità del sistema costituzionale del Regno Unito che nel 2014 ha agevolato l’indizione del referendum, ma al contempo ha prodotto l’attuale stallo. Infine, suo scopo è analizzare a quali condizioni si possa aprire un percorso più coerente che nel futuro renda possibile in Scozia un secondo referendum

 

 

The Scottish Independence referendum of 2014 was hailed as a model exercise of democratic negotiation, deliberation and decision-making and is comparatively considered a paradigmatic example of a response by a liberal democratic state to a sub-state request for independence. In many ways, this process was a reflection of the UK’s unique constitutional framework and political context, where historically both the union nature of the state and its multinational reality were generally openly recognised and accepted. However, the aftermath of the 2014 referendum led to a shift in the approach of the UK Government to these questions, and it has therefore refused to follow its previous practice or engage with requests for a second referendum, despite the consistent pro-independence majority in the Scottish Parliament. This new context has left the Scottish Government with no available options to pursue and no clarity regarding what circumstances or procedure may enable such a referendum to go ahead in the future. As part of this set of reflections on “The Independence Referendum: A missed opportunity for Scottish Separatism?”, this article considers the uniqueness of the UK’s constitutional framework, which both facilitated the 2014 vote but at the same time has led to the current stalemate, and analyses how it can facilitate the establishment of a clear pathway to a second Scottish referendum in the future.

 

 

 

SCARICA L'ARTICOLO COMPLETO

 

Contatti

Rivista a cadenza semestrale edita dal

Devolution club, associazione culturale:

 

Piazza Cesare Battisti , 1  - 70121 Bari

 

Dipartimento di Giurisprudenza

Università degli Studi di Bari Aldo Moro

 

 

ISSN ‭3035-1839

devolutionc@gmail.com

redazione@rivistacbi.it

Invia un articolo

creative commons license

 

credits

 image from unsplash:

Jakob Braun (home)

LSE Library (RIVISTA)

Annie Spratt (RIVISTA)